I contagi sono in calo e Conte ragiona con gli esperti di come affrontare la ripresa. Un dato così basso non si registrava dal dieci marzo. Sarà in due step la 'Fase 2': il primo riguarderebbe piccole aperture per le attività produttive, mentre il secondo interesserebbe una rimodulazione delle misure per spostamenti e uscite. Sarebbe questo l'orientamento emerso nel corso del vertice tra il premier Conte e i tecnici in vista della scadenza del decreto del governo. In ogni caso non sarebbero ancora stare ipotizzate date e la linea ribadita sarebbe quella della "gradualità e prudenza" nelle riaperture. Quella che si registra è una lenta discesa dell'epidemia di Covid-19 in Italia: una tendenza confermata anche dagli ultimi dati resi noti dalla Protezione civile, anche se la cautela continua a essere d'obbligo e non è pensabile una riapertura in tempi rapidi.
"I dati confermano il trend positivo", ha detto il fisico Giorgio Sestili, fondatore e fra i curatori della pagina Facebook "Coronavirus-Dati e analisi scientifiche". Rispetto a lunedì, per esempio, le persone ricoverate con sintomi sono state 258 in meno e i ricoveri nei reparti di terapia intensiva si sono ridotti di 106 in 24 ore: un calo progressivo registrato ormai per il quarto giorno consecutivo. Sono segnali doppiamente positivi perché indicano che la pressione sugli ospedali si sta riducendo.
Anche il numero dei decessi prosegue la discesa rispetto alla settimana precedente e diventano decisamente più numerosi i guariti, con 500 in più in 24 ore, mentre va diminuendo il numero dei nuovi casi positivi. A proposito di questi ultimi, "la riduzione del loro numero sembra essere un effetto delle ulteriori misure di lockdown adottate il 22 marzo. Avere chiuso le attività non essenziali - ha rilevato Sestili - è stato importante nel ridurre ulteriormente i contagi".
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