Scopri che cosa sono le lettere killer che potresti ricevere anche tu
Over 50 (pexels) corrierino.it

Che cosa sta succedendo nel mondo dell’economia? A fare le spese di tutto sono sempre loro, gli over 50.

Maggio non è solo il mese delle allergie e delle ciliegie. È anche, puntuale come un raffreddore fuori stagione, il periodo del modello 730. Ed è proprio in queste settimane che i contribuenti, soprattutto gli anziani, iniziano a innervosirsi. Il 730 precompilato è online, sì, ma non si può ancora modificare.

Un piccolo dettaglio che fa la differenza, perché molte persone, anziani in primis, vorrebbero metterci mano subito, magari con l’aiuto del CAF o del commercialista fidato, per togliersi il pensiero. Invece no: si deve aspettare il 20 maggio.

Il paradosso è che molti anziani non hanno un vero reddito da lavoro, ma sono comunque costretti a fare il 730 per ottenere detrazioni, rimborsi o per sistemare qualche dettaglio che l’Agenzia delle Entrate ha dimenticato. E così, tra PIN, SPID, codici fiscali e tessere sanitarie che non si trovano mai quando servono, si scatena il caos.

Sempre loro, sempre penalizzati

Nonostante l’età, gli anziani devono barcamenarsi tra scadenze fiscali, moduli online e telefonate infinite al CAF. Non è solo una sensazione: gli anziani in Italia sono davvero tra i più penalizzati. Secondo i dati ISTAT, circa il 45% delle persone over 65 vive con meno di 1000 euro al mese.

Inoltre, l’accesso ai servizi digitali, che dovrebbe semplificare la vita, spesso rappresenta una barriera. Più della metà degli over 70 ha dichiarato di avere difficoltà nell’utilizzare strumenti come SPID o l’App IO. E quando si parla di bonus, agevolazioni e dichiarazioni dei redditi, finiscono regolarmente per essere gli ultimi a beneficiarne.

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Anziano arrabbiato (pexels) corrierino.it

Le lettere killer

La notizia arriva da Brocardi.it. Una busta dall’INPS può trasformare la mattina in un incubo: dentro, l’avviso di revoca della pensione di invalidità. Il motivo? Una nuova visita di revisione medica. Se la Commissione dell’ASL certifica che l’invalidità è migliorata, o addirittura scomparsa, si perde tutto. E per chi aveva una percentuale del 100%, basta un piccolo miglioramento per vedere sparire l’intera pensione.

Ma anche se l’invalidità viene confermata, la percentuale riconosciuta può fare la differenza. Scendere sotto il 100% significa perdere il diritto alla pensione, anche se si mantengono alcune agevolazioni, tipo l’esenzione parziale dal ticket sanitario con almeno il 67%. E attenzione al reddito: nel 2024 il limite per avere diritto alla pensione è di 19.461,12 euro. Superarlo, anche di poco, vuol dire addio all’assegno. Infine, non va dimenticato che questa pensione sparisce automaticamente al compimento dei 67 anni, quando dovrebbe subentrare un altro tipo di prestazione.