I casi in cui la sanzione è contestabile – ilcorrierino.comIl Codice della Strada regolamenta i doveri, ma anche i diritti dei soggetti sanzionati: in quale caso puoi non pagare la multa.Le regole della strada hanno da sempre il compito di mettere ordine tra i conducenti di un veicolo, indicando i doveri da rispettare. In tale contesto, è bene rispettare qualsiasi obbligo, indipendentemente dall’importanza o meno che possa avere in quel momento. La trascuratezza di ogni obbligo, infatti, può portare a multe severe, nonché la decurtazione di punti e – in casi estremi – la perdita della patente.Come indicato, l’articolo 158 del Codice della Strada disciplina i casi in cui è vietato parcheggiare. Che sia un divieto di sosta davanti ad un box o un parcheggio per invalidi, queste zone specifiche sono riservate e, dunque, non sono accessibili a tutti.Sebbene la questione possa sembrare già chiara così, non tutti sanno che la multa che può giungere dalle forze dell’ordine dopo aver parcheggiato in determinati luoghi può essere contestabile se ci sono i presupposti per farlo. Ma andiamo per ordine, osservando prima il concetto di ‘divieto’ citato nell’articolo. Dove è vietato sostareL’articolo 158 del Codice della Strada disciplina i casi in cui è vietato parcheggiare: marciapiedi, strisce pedonali, incroci, corsie dei mezzi pubblici, piste ciclabili, spazi per disabili senza contrassegno, e altre aree specifiche come gallerie e curve. In ogni caso, è fondamentale rispettare la segnaletica e le regole per evitare sanzioni.L’importo delle multe, invece, varia a seconda della gravità dell’infrazione. Per esempio, un divieto di sosta semplice prevede una sanzione da 42 a 173 euro mentre una sosta in spazi riservati ai disabili oltre 100 euro. La cifra si alza in caso di doppia fila o zone pericolose, fino a 168 euro. Divieto di sosta – ilcorrierino.comCome contestare una multa per divieto di sostaSebbene la legge sembri non accettare eccezioni, opporsi a una multa è possibile, ma solo in caso si ritenga che questa sia stata emessa ingiustamente. In primo luogo è bene sapere che si ha un tempo limitato: si può presentare ricorso al prefetto entro 60 giorni o al giudice di pace entro 30 giorni dalla notifica, indicando le proprie motivazioni, purché siano valide. Tra le casistiche troviamo:Segnaletica assente o non visibile: se il divieto non è chiaro, il ricorso può essere fondato.Permesso valido: se si possiede un permesso per disabili o altro documento autorizzativo, la sanzione può essere contestata.Errori formali nella multa: se sono presenti imprecisioni nei dati riportati, questi possono giustificare un ricorso.Queste situazioni sono tutte contestabili ma è ovvio che quando si ha un dubbio, un consulto con un legale può aiutare a chiarire la situazione. Navigazione articoliCalcare, hai sempre sbagliato il metodo per eliminarlo: la soluzione giusta è una sola e ti bastano davvero pochi minuti Metti insieme questi ingredienti per un risultato miracoloso: i tuoi capelli ti ringrazieranno | Più forti e lucenti in una settimana