Non rischiare: stagli alla larga
Pericolo di morte allo zoo – pexel – ilcorrierino.com

Ci ha quasi rimesso le penne: ha pagato per farsi sbranare. Un caso allarmante finito in tragedia

La fauna mondiale è una delle meraviglie più straordinarie del nostro pianeta. Ovunque, dalla savana africana ai ghiacci dell’Artico, dalle giungle tropicali ai fondali marini, la Terra è popolata da milioni di specie animali, grandi e piccole, erbivore o predatrici, alcune comuni e altre così rare da risultare quasi leggendarie.

Alcuni di questi animali, con il tempo, sono diventati nostri fedeli compagni: cani, gatti, uccellini, pesci e roditori vivono ormai nelle nostre case, parte integrante della vita familiare. Li accudiamo, li coccoliamo, ci prendiamo cura della loro salute e li consideriamo veri e propri membri del nucleo domestico.

Altri animali, però, restano allo stato selvatico. Sono quelli che possiamo ammirare solo in natura, nei documentari, nei parchi nazionali o nelle riserve protette. L’incontro diretto con queste creature, spesso maestose o pericolose, è per molti un sogno o una rarità.

Eppure, l’uomo ha da sempre cercato di avvicinarsi a loro. La creazione degli zoo e dei circhi ne è una prova evidente. Per decenni questi luoghi sono stati tappe obbligate per le famiglie, un’occasione per mostrare ai bambini animali esotici, tigri, elefanti, leoni o scimmie che altrimenti non avrebbero mai visto dal vivo.

La presenza di zoo e circhi

Negli anni ’80 e ’90, zoo e circhi erano al culmine della popolarità. Erano presentati come spazi educativi e di divertimento, capaci di avvicinare grandi e piccoli alla natura. Tuttavia, con il tempo, sono emerse con forza questioni etiche sempre più difficili da ignorare.

La detenzione degli animali in spazi ristretti, l’utilizzo per spettacoli, le condizioni di vita non naturali e, in alcuni casi, veri e propri maltrattamenti, hanno acceso il dibattito su cosa sia davvero giusto in rapporto agli animali selvatici.

Molti circhi hanno progressivamente eliminato la presenza di animali, e diversi zoo si sono trasformati in centri di tutela e conservazione, modificando l’approccio nei confronti della fauna.

Qui si rischia grosso
Un uomo ci ha rimesso la pelle – pexel – ilcorrierino.com

Il caso dell’uomo in fin di vita

Tuttavia, non tutte le strutture hanno seguito questa evoluzione. Alcuni zoo mantengono ancora pratiche discutibili, come la possibilità per i visitatori di entrare in contatto diretto con animali potenzialmente pericolosi. È il caso che racconta quanto accaduto in uno zoo di Davie, in Florida, dove un uomo ha pagato 150 dollari per farsi fotografare accanto a un leopardo nero. L’esperienza, venduta come esclusiva e indimenticabile, si è però trasformata in tragedia. L’animale ha aggredito l’uomo, azzannandolo alla testa e all’orecchio, provocandogli gravi ferite.

L’uomo, come riferiscono le fonti, aveva contattato il proprietario dello zoo tramite un annuncio online che pubblicizzava l’opportunità di un incontro ravvicinato con il felino. Secondo le autorità, l’ingresso nell’area riservata sarebbe avvenuto illegalmente, e il proprietario dello zoo è ora sotto indagine per mancato rispetto delle norme di sicurezza e gestione degli animali. L’episodio riaccende il dibattito sull’etica di certe pratiche e su quanto sia pericoloso sottovalutare l’istinto e la natura selvaggia di animali che, per quanto affascinanti, non possono e non devono essere trattati come attrazioni turistiche.