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Controlla questa cosa quando vai a lavorare: il tuo datore di lavoro potrebbe fregarti | Ti rovini la vita senza saperlo

datore di lavoro e contratto
Lavoro dipendente: attenzione a questo dettaglio – ilcorrierino.com

Non sempre è sufficiente dare fiducia al datore di lavoro per assicurarsi i propri diritti: controlla subito questa clausola.

Il lavoro dipendente è per certi versi più tutelato di quello autonomo, poiché offre diverse garanzie per il presente, nonché per il futuro. Tuttavia, c’è un’altra faccia della medaglia da considerare, ossia che i propri diritti come possono essere ferie, permessi e contributi, sono gestiti (e pagati), dal datore di lavoro. Da una parte si risparmia iter burocratici complessi, ma dall’altra c’è la possibilità che chi è a capo dell’azienda non sia del tutto onesto con i propri collaboratori.

L’obiettivo di contenere le spese aziendali, infatti, può spingere alcuni datori di lavoro a adottare pratiche discutibili, mettendo a rischio i diritti e il benessere dei dipendenti.

Attenzione ai contributi versati

Ebbene sì, nella ricerca di risparmio, il datore di lavoro potrebbe adottare pratiche scorrette, con lo scopo di risparmiare qualche centinaia di euro. Tra queste rientrano il lavoro full-time segnalato come part-time in busta paga. Si tratta di una scorciatoia volta a risparmiare sui contributi del dipendente (poiché l’altra parte viene retribuita in nero), ma che va incidere sul futuro pensionistico del lavoratore. Il dipendente, infatti, potrà avere difficoltà ad accedere alla pensione.

Sebbene sia già grave così, c’è chi questa pratica di ‘risparmio’, la attua senza che il dipendente ne sia a conoscenza. A differenza del primo caso in cui è presente una sorta di ‘accordo’, nel secondo, il datore di lavoro omette il pagamento dei contributi.

Come sappiamo, per i lavoratori dipendenti, il pagamento dei contributi è in parte a carico del datore di lavoro, che li versa all’INPS mediante il Modello F24. Se il datore di lavoro non effettua questi versamenti, può incorrere in sanzioni e il lavoratore può subire le conseguenze, come un allontanamento dalla pensione.

La prima regola è quella di assicurarsi che questi siano stati versati correttamente. Per fare ciò, il sito dell’INPS offre uno strumento molto utile chiamato ‘Estratto conto contributivo’, accessibile tramite le credenziali SPID o CNS. Questo documento fornisce un riepilogo dettagliato di tutti gli anni contributivi accreditati a proprio nome.

INPS e contributi versati
INPS – ilcorrierino.com

Come fare se il datore di lavoro non ha versato i contributi

Se i contributi non vengono versati correttamente, è importante agire prontamente. Se i lavoratori riscontrano mancanze contributive, possono richiedere al datore di lavoro il versamento dei contributi dovuti. Se lo stesso continua a non versare i contributi, è possibile denunciare la situazione all’INPS, che può agire per il recupero dei contributi entro 10 anni dalla data prevista per il versamento.

Nel caso in cui sia intervenuta la prescrizione, e quindi sia scaduto il termine di 5 anni per il recupero dei contributi, il lavoratore può comunque agire per ottenere un risarcimento danni. Inoltre, è possibile richiedere la costituzione di una rendita vitalizia per sanare le omissioni contributive. Questa opzione, infatti, consente al lavoratore di accedere alla pensione nonostante i contributi non versati, ma c’è da precisare che richiede una documentazione adeguata e comporta un onere economico a carico del richiedente.