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“Pronto polizia…”: La nuova chiamata truffa sta colpendo tutti | Ti svuotano il conto

Nuova truffa al telefono (depositphotos) - ilcorrierino.com
Nuova truffa al telefono (depositphotos) – ilcorrierino.com

Le truffe si evolvono di pari passo con la tecnologia: una nuova moda truffaldina sta mettendo tantissimi nel sacco.

Raggiri, truffe, e chi più ne ha più ne metta: spesso a esserne vittime “privilegiate” sono le persone anziane, che hanno meno dimestichezza con la tecnologia e non sempre hanno la possibilità di chiamare qualcuno che possa soccorrerle o aiutarle a capire l’autenticità o meno di un messaggio.

Seppure, come già accennato, le truffe vadano di pari passo con lo sviluppo tecnologico, l’aggancio di questo particolare raggiro inizia proprio da una semplicissima telefonata.

Successivamente, invece, si andrà a intaccare il conto della persona truffata, ormai presente, nel 99% dei casi, anche online, visto lo sviluppo dei siti online banking che permettono di gestire le proprie finanze direttamente da casa.

Non sono poche le persone che hanno ceduto al truffatore, in quanto chi telefona in genere è molto convincente: ecco come fa a ottenere tutti i dati necessari al furto.

La truffa

“Pronto, Polizia Postale”: così inizia la truffa telefonica, e così si identifica il truffatore, poi prosegue, “lei ha commesso un reato”.

Sono anche dette truffe “svuota-conto”, in quanto questo è il loro obiettivo ultimo. Le persone che telefonano non hanno il minimo indugio, e mettono in atto delle particolari tattiche di comunicazione che rendono l’interlocutore insicuro e ansioso. Ecco come fanno.

Una signora truffata (depositphotos) - ilcorrierino.com
Una signora truffata (depositphotos) – ilcorrierino.com

Il conto svuotato

Durante la telefonata, grazie ad abili tattiche di persuasione basata sulla paura, le persone vengono convinte a pagare delle multe per un sedicente reato che avrebbero commesso online, secondo il finto dipendente della polizia postale. Per estinguere le multe, gli utenti dovevano versare dei soldi su una postepay i cui dati erano forniti dal truffatore al telefono.

Non solo, dovevano farlo immediatamente e mentre erano al telefono, oppure, lasciavano intendere, l’importo di tali contravvenzioni sarebbe salito vertiginosamente. Tra le minacce che i truffatori utilizzano per convincere le persone ci sono quelle che prevedono l’intervento di figure come giudici o figure istituzionali. Per evitare di essere truffati è bene ricordare sempre di non dare propri dati sensibili al telefono per nessun motivo; ancor di più, è necessario rifiutarsi di dare soldi per telefono, specie quando la situazione è fumosa e non chiara.