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Tasse, arriva la nuova mazzata nascosta: gli devi dare migliaia di euro in più | Paga e stai zitto

Tasse 2024
Tasse 2024 – ilcorrierino.com

Nella nuova Legge di Bilancio non vi sono solo bonus ed incentivi, ma anche delle tasse nascoste a cui è impossibile sottrarsi.

Si è parlato molto di quanto questo 2024, nonostante i numerosi incentivi, rimanga insostenibile sul lato economico per milioni di cittadini. Il motivo? L’inflazione continua ad essere alta, e in tutto ciò, le tasse hanno subito un sostanzioso rialzo sotto l’occhio ignaro dei cittadini.

Se da una parte arrivano i sostegni, dall’altra i rincari sembrano annullare concretamente l’effetto. In tutto ciò, il cittadino (nelle migliori delle ipotesi) si trova entrate più ingenti, ma dall’altra, le uscite appaiono maggiorate.

Le tasse nascoste del 2024

Non si tratta di ipotesi, ma di dati alla mano: si parte dalle imprese che nel 2024 hanno dovuto stipulare polizze climatiche per proteggersi dai danni ambientali. Altre novità riguardano l’aumento della cedolare secca al 26% per gli affitti brevi e la tassa vendita casa Superbonus, con un periodo di 10 anni per la vendita degli immobili ristrutturati. Inoltre, gli aumenti sui prezzi delle sigarette e sull’IVA per gli immobili.

E poi la novità che ha generato maggior indignazione tra i cittadini: il passaggio all’Iva dal precedente 5% all’attuale 10% su alcuni beni essenziali, nonché di prima necessità.

Rialzo iva 2024
Rialzo IVA 2024 – ilcorrierino.com

Iva al 10% per i beni primari

Sebbene il caro vita abbia inciso già di per sé sulle tasche dei cittadini, ad andare a braccetto con l’inflazione è stato il rialzo delle tasse su alcuni beni che possiamo considerare di prima necessità.

Dal 2024, prodotti fondamentali come quelli per l’igiene femminile e per l’infanzia non beneficiano più dell’IVA ridotta al 5%, ma sono soggetti all’aliquota standard del 10%. Ma perché questa scelta di riportare una manovra all’origine, quando il ribasso è stato apportato dallo stesso Governo l’anno precedente?

La premier Meloni, durante la conferenza stampa sulla Legge di Bilancio, aveva affermato: “Non confermiamo il taglio dell’IVA sui prodotti per la prima infanzia perché purtroppo il taglio dell’IVA è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo e quindi non penso che valga la pena di rinnovare questa misura”.

In buona sostanza, secondo quanto dichiarato da Giorgia Meloni e le analisi condotte dal Governo basate sui dati Istat e sul monitoraggio dell’attività economica, le catene della grande distribuzione, supermercati e ipermercati, anziché ridurre i prezzi, li hanno aumentati.

Una situazione che pare vedere colpevole l’intera categoria. A tal proposito, i supermercati Coop stanno portando avanti un’iniziativa volta ad abbassare il prezzo dell’IVA al 5% su tutti i prodotti mestruali a marchio Coop. Una scelta, questa, che a quanto pare è costata parecchio alla stessa cooperativa.