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Busta paga, ti becchi la diminuzione in questi giorni: ecco perchè

Calcolo busta paga
Calcolo busta paga – ilcorrierino.com

La diminuzione di importo in busta paga è una condizione comune per i lavoratori e può essere determinata da diversi fattori.

Può capitare a tutti i lavoratori dipendenti di trovarsi l’importo del proprio stipendio più basso del solito, ma spesso non si ha idea del vero motivo. In questa circostanza è bene ricordarsi che ogni contratto prevede clausole differenti, ma nel complesso, le regole vigenti per i lavoratori sono sempre le stesse.

Di base, se il dipendente si assenta dal lavoro ha comunque diritto alla retribuzione della giornata, seppur questa non sia stata effettivamente lavorata. Tuttavia, è bene precisare che le circostanze per cui un datore di lavoro ha il diritto di astenersi da questo obbligo sono molteplici e più comuni di quanto si possa pensare. Se, dunque, la propria busta paga risulta più bassa del solito, è necessario fare attenzione alle diciture riportate sul documento, così da comprendere la vera natura di questa riduzione. Per capire meglio, è necessario rispolverare alcuni diritti e doveri dei principali Contratti Collettivi Nazionali di lavoro.

Quando l’assenza dal lavoro non è retribuita

Innanzitutto è bene fare una doverosa distinzione: le assenze ingiustificate e quelle giustificate ma non retribuite. Sebbene il succo sia sempre lo stesso, il primo caso è decisamente più penalizzante per il lavoratore.

L’assenza ingiustificata, infatti, è quella giornata in cui il lavoratore non ha una valida giustificazione per non essere al lavoro. Se non si avverte l’azienda con anticipo e non si una valida ragione per l’assenza, il datore di lavoro potrebbe segnalare questo comportamento come assenza ingiustificata del proprio dipendente. Questo è considerato molto grave e, in alcuni casi, potrebbe persino portare al licenziamento.

I permessi non retribuiti, d’altro canto, sono quelli che giustificano l’assenza del lavoratore, ma non prevedono alcun pagamento in busta paga. Questi permessi possono includere situazioni come l’assistenza a un familiare malato o la malattia di un figlio. Sebbene non si riceva la retribuzione usufruendo dei permessi non retribuiti, in questo caso non vi è alcun rischio di licenziamento.

Voci in busta paga
Voci in busta paga – ilcorrierino.com

Permessi retribuiti parzialmente

In un contratto di lavoro, non vi sono solo casistiche in cui il lavoratore viene o meno retribuito nei giorni di assenza. In alcuni casi, infatti, i dipendenti vengono pagati per i giorni di assenza, seppur in maniera ridotta.

Il primo caso lampante è quello in cui si è malati. In questo caso l’INPS fornisce un’indennità pari al 50% della retribuzione dal 4° al 20° giorno di malattia e al 66,66% dal 21° al 180° giorno. Tuttavia, alcuni Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro prevedono che il datore di lavoro debba integrare questa percentuale, garantendo quindi un importo maggiore, in alcuni casi anche pari allo stipendio completo. Lo stesso vale per il congedo di maternità, dove lo stipendio erogato dall’INPS è pari all’80% (anche in questo caso il datore di lavoro potrebbe pagare il restante), o durante il periodo di congedo parentale dove i genitori possono scegliere di stare a casa retribuiti al 30%.

Sebbene i datori di lavoro informino sempre i loro dipendenti sulla modalità in cui queste giornate vengono retribuite, controllare la propria busta paga rimane l’unico modo per leggere nero su bianco tutte le informazioni rilevanti.