Pensione 2024
Lasciare il lavoro prima dell’età pensionabile – ilcorrierino.com

Le opzioni attuali per andare in pensione sono vantaggiose per certi versi, ma per altri potrebbero essere deleterie.

Fino al 30% in meno per chi sceglie un’opzione pensionistica errata per le proprie esigenze: per quanto possa sembrare difficile e alquanto gravoso, questo scenario si può tradurre in realtà se non si presta la giusta attenzione.

Ovviamente, è bene sottolineare che dipende da caso a caso, ma se si ha intenzione di andare in pensione con una formula anticipata è bene essere a conoscenza di tutti gli scenari possibili, poiché il rischio è quello di vedersi sottratta una buona parte dei contributi maturati negli anni di lavoro.

Come sappiamo, ogni formula ha diverse variabili, ma in un caso specifico si rischia di venir penalizzati. Entrando nel dettaglio, parliamo del pensionamento a 61 anni con 35 anni di contributi.

Pensione a 61 anni sì, ma non per tutti

Ad essere protagonista, stavolta, è Opzione Donna, la formula pensionistica pensata per alcune categorie di lavoratrici. Allettante, penseremo, visto che per andare in pensione nel 2024 utilizzando l’Opzione Donna, è sufficiente avere almeno 61 anni di età entro il 31 dicembre 2023. Questo, con almeno 35 anni di contributi versati entro la stessa data.

Ad avere l’accesso a questa pensione anticipata sono le lavoratrici invalide (minimo 74%); Caregivers che assistono un parente stretto invaldio grave con cui convivono, da almeno 6 mesi; o lavoratrici licenziate o assunte in aziende in crisi.

Tutto molto chiaro, se non fosse che in alcuni casi può rivelarsi alquanto svantaggioso.

Pensione
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Quando Opzione Donna non conviene

È necessario valutare alcune questioni prima di scegliere tale formula, e vi spieghiamo il perché. In primo luogo, è bene sapere che, a differenza dell’APE sociale o Quota 103, una volta scelta Opzione Donna non è possibile ottenere una pensione più alta. In secondo luogo, per essere conveniente la lavoratrice dovrebbe avere iniziato a versare i contributi dal 1988 o prima.

Questo perché per coloro che hanno accumulato almeno 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 1995, il calcolo retributivo si estende fino al 31 dicembre 2011. Accettando il calcolo totale della prestazione, come richiede l’Opzione Donna, si rinuncia a ben 23 anni di calcolo più favorevole.

Le lavoratrici che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1988 e che quindi non hanno accumulato 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 1995, potrebbero essere più penalizzate in termini di calcolo della pensione. In questi casi, la riduzione della pensione potrebbe superare il 30%, a seconda dei dettagli del proprio percorso contributivo.

Pertanto, è importante considerare attentamente la propria situazione previdenziale e pianificare di conseguenza, anche tenendo conto dei possibili effetti sulla pensione prima di optare per l’Opzione Donna.