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Pensioni dimezzate ufficialmente: la spesa pubblica non ce la faceva più | Taglio enorme

Pensioni dimezzate
Pensioni dimezzate – ilcorrierino.com

In un periodo dove le pensioni sono sotto la lente d’ingrandimento, il taglio degli importi è una minaccia concreta.

Da diverso tempo, la riforma delle pensioni rappresenta una delle sfide più complesse per il nuovo esecutivo. Tuttavia, nonostante le difficoltà affrontate anche dai governi precedenti, quello attuale potrebbe avere più chance di successo grazie alla forte spinta politica per una riforma. Tuttavia, ogni cambiamento richiede l’introduzione di nuove politiche per il pensionamento dei lavoratori. Ma a quale costo?

Nuova manovra pensioni: le proposte del Governo

Attualmente si valuta l’ipotesi di Quota 41 per tutti; una misura molto discussa che permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione dopo 41 anni di contributi. A dare il manforte sono la Lega e i sindacati, ma a pagarne le conseguenze, secondo l’attuale Governo, potrebbero essere le casse dello Stato. Da qui la lampadina che si accende: potrebbero essere introdotte misure per consentire il pensionamento anticipato, ma con alcune penalizzazioni per garantirne la sostenibilità.

La Quota 96, ad esempio, permetterebbe di andare in pensione a 62 anni con 35 anni di contributi, ma potrebbe includere tagli all’assegno pensionistico. Stesso discorso per Quota 103, già esistente, ma che potrebbe essere ulteriormente modificata per ridurre i costi, mantenendo requisiti di età più alti e limitando – anche stavolta – l’importo massimo dell’assegno pensionistico.

In senso pratico, se da una parte i pensionati potrebbero essere finalmente accontentati, dall’altra, una possibile riforma ‘salva Stato’ potrebbe includere il calcolo contributivo per le nuove pensioni anticipate, riducendo l’assegno del 30-35% per chi ha 41 anni di contributi. Una situazione, questa, che hanno vissuto in parte diversi pensionati che hanno scelto di uscire prima dal lavoro, ma che potrebbe raggiungere i livelli ancora più alti.

Taglio delle pensioni
Taglio delle pensioni – ilcorrierino.com

Pensioni tagliate del 50%: il caso della Grecia

Se pensiamo che in Italia abbiamo raggiunto livelli difficilmente paragonabili al resto dell’Europa – almeno per il momento – ci sbagliamo. Basti pensare alla Grecia che, dopo i due salvataggi finanziari, ha deciso che le pensioni dovessero essere finanziate dal sistema pensionistico stesso, non dalla fiscalità generale. Questo ha portato a diversi tagli degli assegni pensionistici tra il 2010 e il 2013, colpendo anche le pensioni più basse. Il risultato? Pensioni decurtate fino al 50%.

Entrando nel dettaglio, sono stati effettuati dieci tagli agli assegni pensionistici in quel periodo. La tredicesima e la quattordicesima mensilità sono state abolite. Ad aver subito i tagli più dolorosi, sono state le pensioni più alte. Tra il 2010 e il 2015, infatti, i dipendenti pubblici hanno visto un taglio del 50% e i dipendenti privati fino al 47%.

Per buon senso, la Corte Costituzionale di Atene ha dichiarato incostituzionali i tagli alle pensioni del 2012 e 2013. Tuttavia, questa decisione non ha ancora portato a cambiamenti concreti. In Italia, ricorderemo che una situazione simile ha portato a rimborsi parziali per i pensionati, ma non possiamo negare che in Grecia la risposta è stata più lenta.