La truffa del Pos
La truffa del Pos – ilcorrierino.com

Una curiosa vicenda accaduta poco tempo fa, mette luce su una truffa comune: il furto di denaro dalla carta grazie al pagamento con Pos.

I contanti sembrano essere passati di moda di questi tempi; dalla semplice spesa, finendo per l’acquisto in farmacia, il pos è diventato il metodo più diffuso per effettuare pagamenti di ogni tipo. Eppure, di questi tempi pare essere più semplice anche essere truffati, proprio grazie a questi strumenti che dovrebbero solamente semplificare la vita di chi li utilizza.

Il caso di questo periodo, vede un uomo che, come ogni venerdì, si è recato per un mese nella propria pizzeria di fiducia. Il servizio non è mai cambiato, se non fosse per un piccolo dettaglio: in un solo mese è arrivato a pagare 6.500 euro.

Truffa con Pos: il caso della pizza da 900 euro

Che la crisi economica porti i ristoratori ad innalzare i prezzi a listino, questa è cosa nota; ma pagare una pizza 900 euro suona un po’ strano anche ai propietari dei locali più ‘In’ della penisola. Eppure questo è accaduto sotto gli occhi ignari di una coppia di Busto Ariszio. Entrambi hanno scoperto di essere stati truffati, solo dopo che la moglie ha notato che il loro plafond mensile di 5 mila euro era stato superato. Controllando i movimenti del conto, hanno realizzato di aver speso una fortuna in quella pizzeria in cui andavano ogni venerdì. Il caso è stato riportato da La Prealpina, che oltre a raccontare la vicenda, ha spiegato il meccanismo di questa truffa.

La truffa del Pos
La truffa del Pos – ilcorrierino.com

Come funziona la truffa del Pos

Dopo la denuncia della coppia, i carabinieri, sotto la guida del pm Susanna Molteni, hanno ricostruito la truffa. Il ristoratore e il cliente avevano un rapporto di fiducia consolidato, tanto che il cliente non si preoccupava di controllare i dettagli delle spese sul suo conto. Il cliente pagava le pizze con bancomat o carta di credito ogni venerdì. Recentemente, il ristoratore aveva iniziato a dire che il Pos aveva problemi, causando fallimenti nei tentativi di pagamento. Questi malfunzionamenti facevano sì che il cliente dovesse inserire il pin più volte, invece del contactless.

L’accusa sostiene che il ristoratore simulava questi malfunzionamenti del Pos; questo perché, quei tentativi falliti erano prelievi di centinaia di euro. In tutto ciò, nell’intero mese non c’è stata nemmeno segnalazione da parte del ristoratore: questi pagamenti, alquanto insoliti, sono emersi solo quando la moglie ha notato il superamento di 5.000 euro mensili.

Per fortuna, il ristoratore truffaldino è stato fermato, ma è bene prestare sempre attenzione a questi dettagli, poiché la truffa del Pos ‘non funzionante’, non è un caso unico. Come si suol dire, prevenire è meglio che curare: oltre alla prudenza, è bene tenere sempre monitorate le spese.