Bonus governativo (depositphotos) - ilcorrierino.com
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Novità su uno dei bonus più utilizzati degli ultimi anni: si parla dell’altra faccia della medaglia del bonus 110.

In questi anni il governo ha promosso una serie di bonus, basti pensare ad esempio al bonus psicologo o ad altre agevolazioni in campo di energia come quello per le bollette, e uno dei più utilizzati è stato proprio il Superbonus 110%, che riguarda una serie di lavori di qualificazione per i beni immobili che rispecchino certi criteri.

Questo bonus nello specifico, però, dopo aver generato un sovraffollamento di lavori eseguito nel periodo in cui è stato in vigore, ha portato anche a una serie di imposte non sempre previste da chi ne ha beneficiato.

Così come il bonus psicologo e molti altri, spesso c’è un rovescio della medaglia nell’utilizzo di soldi governativi che solo le persone più informate conoscono.

Vediamo quali sono le imposte previste per quanti hanno “approfittato” come era nei propri diritti fare del Bonus 110%: sono molte più di quanto potreste pensare.

Un lato oscuro imprevedibile

Parliamo nello specifico di una nuova imposta sulle plusvalenze derivanti dalla vendita degli immobili beneficiari del Bonus 110%: essa è entrata in vigore proprio dal primo gennaio 2024.

La tassa sarà applicata solamente alle operazioni effettuate dopo la conclusione dei lavori di riqualificazione energetica e sismica. La legge prevede l’applicazione di una aliquota al 26% per gli immobili che sono stati oggetto di questo tipo di riqualificazione grazie al bonus.

Superbonus 110% (depositphotos) - ilcorrierino.com
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Una nuova imposta dopo la riqualificazione

Secondo questa normativa che ha previsto l’inserimento della tassa, per determinare l’importo su cui applicare l’aliquota del 26%, è possibile togliere dal prezzo di vendita i costi sostenuti per gli interventi di ristrutturazione. Vediamo nello specifico come è possibile fare questi calcoli per essere preparati.

Le spese per gli interventi realizzati non sono detraibili se la vendita avviene entro i cinque anni dopo la fine della realizzazione degli stessi. Se, invece, la vendita avviene dopo i 5 anni, allora è possibile dedurre il 50%, quindi la metà, delle spese sostenute per gli interventi realizzati. Altre esenzioni saranno previste quando l’immobile è adibito a funzione di abitazione principale; sono esenti dalle tasse tutte le abitazioni, invece, ottenute per eredità. La riduzione dell’imposta sarà possibile presentando i certificati richiesti per quanto riguarda la classeenergetica dell’immobile e il rispetto dei principi anti sismici.